martedì 29 novembre 2011

Quando la tastiera diventa una borsa: Coccodrive

Ormai si creano borse con i materiali più disparati. Prima di aprire questo blog ero a conoscenza di borse fatte con i teloni dei camion (Freitag), i teloni pubblicitari in pvc (Garbage Lab e 1D3A5) oppure le coperture dei sedili degli autobus (Viva Zapata), ma mai avrei pensato che anche da una tastiera del pc potesse nascere una borsa. L'ideatrice e creatrice della borsetta che vedete qui accanto si chiama Chiara Catalano, vive a Palermo, è laureata in architettura, ma una famiglia di artisti, la passione per il design e la moda, un'innata creatività e il rispetto per la natura, l'hanno portata nel 2010 a registrare il marchio "COCCODRIVE", un brand di borsette, pochette e accessori prodotti riciclando tastiere per il personal computer in pvc supercolorate. Ma da cosa deriva il nome "Coccodrive"? L'ho chiesto direttamente a Chiara: "Nasce dalla similitudine della forma dei tasti della tastiera che ricordano le squame della pelle di coccodrillo. COCCO rimanda appunto all’idea tattile/visiva del rettile, DRIVE invece sottolinea la componente tecnologica/informatica del prodotto". 


La sua produzione è molto vasta, grazie alla modulazione di singole o doppie tastiere cucite insieme o ripiegate che danno vita a forme e modelli tutti diversi, che ci illlustra Chiara: "Le Hand bags COCCO sono delle vere e proprie pochette realizzate con una singola tastiera ripiegata da portare a mano o sotto il braccio, se si aggiunge il filo elettrico diventano borse a tracolla.  Se le tastiere diventano due possiamo avere dei comodi porta iPad (nella foto) scomponibili grazie alla pratica cerniera, in questo modo potremo collegare la tastiera all’iPad con un adattatore e scrivere utilizzando i tasti. Ancora troveremo le pochette con porta iPhone integrato e infine la borsa color blocking a tre scomparti componibili grazie ai bottoni automatici". Un accessorio davvero trendy, che non lascia certo passare innosservate. Speriamo di vederne ancora tante di borse così originali, Chiara, infatti, mi ha detto che vuole allargare la sua produzione a materiali diversi e che il futuro è "un cantiere aperto". In bocca al lupo e grazie per questa intervista!

lunedì 28 novembre 2011

La Borsa delle Interviste: il progetto "Per Grazia Ricevuta"


Da giovedi scorso, 24 novembre, presso il bookshop della Galleria Civica di Modena (Palazzo Santa Margherita) sono in vendita le borse e gli accessori del nuovo brand "Per Grazia Ricevuta", realizzati con teloni pubblicitari, vele e striscioni messi a disposizione dalla Galleria Civica e dal Museo della Figurina. Si tratta di un marchio appena nato dalla collaborazione tra la Galleria e l'Istituto Superiore Cattaneo-Deledda di Modena. Il progetto alla base di questo brand si deve alla creatività di studenti e insegnanti che hanno ottenuto il secondo posto, su 85 concorrenti da tutta la regione, al concorso di idee "Io Amo i Beni Culturali", indetto dall’Istituto per i Beni Culturali e dall'Assessorato Scuola, Formazione Professionale, Università e Ricerca, Lavoro della Regione Emilia-Romagna. Responsabile di questo progetto è la professoressa Raffaella di Iorio, che ho raggiunto via mail per un'intervista e alla quale dò il mio benvenuto su questo blog.


"Per Grazia Ricevuta" è tra i vincitori del concorso "Io amo i beni culturali". Come mai avete presentato proprio questo progetto di creazione e realizzazione di borse fatte con teloni in pvc riciclati? Qual è il collegamento con i beni culturali?

Il progetto "Per Grazia Ricevuta” è finalizzato, attraverso la costituzione di una Associazione Scolastica Cooperativa, alla progettazione e realizzazione di prodotti moda e gadget da commercializzare nel bookshop del museo riutilizzando i teloni pubblicitari delle mostre/eventi della Galleria Civica di Modena e del Museo della Figurina. L’arte contemporanea diventa, così strumento di valorizzazione della creatività giovanile e dello spirito di imprenditorialità. Sviluppando, infatti, i concetti di recupero e di riuso, la cooperativa scolastica intende produrre una linea di prodotti-moda (Ethical Shopping) con materie riciclabili (banner pubblicitari delle mostre) rispettosi dell'ambiente, legate al territorio e ad alto valore culturale: un prodotto fashion può essere a basso impatto ecologico, di qualità e “local”. Il progetto crea “impresa”, diffondendo i principi cooperativi insieme alla conoscenza della realtà produttiva e museale e alla sperimentazione di percorsi di progettazione e di realizzazione tecnico-operativi.




giovedì 10 novembre 2011

Gilli e la borsa glam realizzata con materiali di riciclo

Dopo Vivienne Westwood e Ilaria Venturini Fendi, ecco un altro importante brand della moda che si è dedicato all'eco-design. Si tratta di Gilli, la griffe guidata da Giulia Ligresti specializzata in borse e accessori in pelle. La nuova linea di borse (che vedete nella foto qui a fianco) è realizzata con materiale di riciclo e prodotta a mano dalle popolazioni nepalesi e vietnamite. L'ecologia e il rispetto per il nostro ambiente vanno, quindi, di pari passo con l'aiuto alle popolazioni più sfortunate, non devolvendo parte del ricavato ma creando  lavoro direttamente sul posto. Queste borse (ma anche pochette, shopping bag, bracciali e altro) sono state realizzate in collaborazione con S.P.I.R.A.L Foundation e saranno messe in vendita in spazi dedicati all’interno degli store del marchio di Milano e di Torino. Un’iniziativa sicuramente importante, come sottolineato anche da Marichia Arese di Spiral Foundation: ‘S.P.I.R.A.L Foundation è un dono che torna: aiuta chi l’ha creato e aiuta anche te a vivere in un ambiente più pulito. Se potessimo mettere da una parte della bilancia tutta la sofferenza che esiste nel mondo, e dall’altra tutta la bontà che vorrebbe alleviarla, scopriremmo che la seconda è mille volte più vasta. Siamo infinitamente grati a Gilli per aver abbracciato questo progetto‘.

venerdì 4 novembre 2011

La Borsa delle Interviste: CeeBee e il riciclo chic




Secondo appuntamento per La Borsa delle Interviste, la rubrica per conoscere da vicino gli eco-designer, i brand e le collezioni. Oggi ospito molto volentieri Carmen Bjornald e le creazioni del suo marchio CeeBee. Carmen usa la carta per le sue collezioni: vecchi spartiti, elenchi telefonici, pubblicità, pagine di riviste, giornali, vecchi magazine di moda. Crea borse, gioielli, oggetti per la casa, tutto con la carta, e il risultato (come avrete modo di vedere dalle immagini qui sotto) è, a mio parere, raffinato ed originale. Qualche settimana fa sono andata allo Spazio Asti 17 per vedere la nuova collezione di borse di CeeBee. Carmen, inoltre, è stata ospite del Designer Pavillion a Londra. Due buoni motivi, quindi, per non lasciarsi scappare l'occasione di intervistarla.



Allo Spazio Asti 17 ho visto la tua collezione per l'A/I 2011. Le borse erano di diversi modelli, fatte da diversi tipi di carta. Ce ne parli?

L’ultima collezione si chiama 100% Italia e vuole raccontare il belpaese tramite una linea “Limited edition” creata con carta stampata d’epoca. La collezione è composta da una trentina di pezzi tra borse, piccola pelletteria e, per la prima volta, alcuni accessori per la casa. La collezione è composta da tre tipi di carta: illustrazioni e pagine pubblicitarie provenienti da riviste degli anni Venti/Trenta, spartiti musicali d’epoca a volte anneriti con la china, a volte lasciati al naturale, e documenti manoscritti dell'800. Per la realizzazione (come sempre) sono state utilizzate le pagine originali e visto la scarsa reperibilità e la preziosità della materia prima, ogni pezzo è numerato e consegnato con un certificato di origine.


martedì 1 novembre 2011

Carmina Campus: il riciclo creativo di Ilaria Venturini Fendi

Nell'autunno del 2006 Ilaria Venturini Fendi dà vita a quello che definisce "un progetto di riciclo creativo applicato alla moda e al design che ha l'obiettivo di diffondere conoscenza e coscienza ecologica, passione per il riciclo/riuso e desiderio di benessere nel nostro contesto ambientale". Il progetto si chiama Carmina Campus ed è nato quando Ilaria Venturini Fendi, dopo aver lasciato il lavoro nell'azienda di famiglia e aver svolto per anni quello di imprenditrice agricola biologica, ha avuto voglia di ritornare al design. Le due esperienze tanto diverse tra loro, secondo lei, vanno portate avanti insieme perchè intimamente legate e così sta facendo.
Carmina Campus realizza mobili, design, accessori e (quello che più mi interessa) borse. I prodotti sono realizzati in Italia con lavorazioni di alta qualità su materiali di scarto. Per promuovere però i suoi progetti di sviluppo in alcune comunità africane, Carmina Campus ha iniziato la produzione di pannelli e semilavorati realizzati da gruppi di donne del Camerun e del Kenya. I materiali sono utilizzati in alcune borse lavorate in Italia e il progetto si è poi sviluppato con la creazione di alcune linee realizzate interamente in Africa, con materiali recuperati sul posto.  
Le borse sono tutte diverse l'una dall'altra e sono numerate. Per quanto riguarda il materiale bisogna dire che l'elenco è in continuo aggiornamento: in alcuni casi si usa quello che si trova casualmente; in altri, invece, c'è una vera e propria ricerca tra gli scarti. Pvc per rivestimenti, corde da montagna o cime da barca, tappi di bottiglia, tende in plastica, pezzi di moquette e tappeti, tessuti militari, tubi elettrici, tubi per doccia, sono solo alcuni dei materiali che si raccolgono. 
Per questo inverno Carmina Campus ha realizzato la linea di borse 100% Made in Africa (alcuni modelli nelle foto), in collaborazione con le comunità dell'International Trade Center (ITC). Si tratta di un’agenzia delle Nazioni Unite e dell’Organizzazione Mondiale del Commercio che sostiene un programma di Moda Etica, volto a promuovere sviluppo sostenibile in luoghi di dipendenza da interventi di assistenza come l'Africa. Sono state recuperate delle coperte militari grigie per fare delle sporte chiuse da un laccetto di cuoio e foderate con scarti di tessuti per tende da campo in colori brillanti, che fanno diventare la borsa reversibile. In alcuni casi il pannello centrale è ricamato a macchina su tessuti impermeabili o sul panno delle coperte. Ci sono anche le shopping bags e i bauletti. Caratteristica comune di tutti i modelli sono le rifiniture di cuoio, i tasselli in vari colori e misure recuperate dai campionari di produttori di pelletteria.

Queste borse sono davvero originali e fanno anche un gran bene. Grazie all'iniziativa della Venturini Fendi, le donne che lavoravo nel laboratorio di produzione e vivono nelle baraccopoli di Nairobi hanno radicalmente cambiato il loro status: hanno cominciato a guadagnare un salario equo e, cosa più importante, hanno imparato un mestiere. Recentemente Ilaria Venturini Fendi ha partecipato alla presentazione del rapporto " Il mondo a 7 miliardi: le persone, le opportunità", curato dal Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione. Nel suo lungo intervento la designer ha detto: "Attualmente sono circa 65 le donne coinvolte in modo diretto nella collaborazione con Carmina Campus. Io passo con loro diversi periodi di lavoro durante l’anno. Anche per migliorare la qualità dei prodotti è fondamentale il training, così abbiamo fatto venire sul posto alcuni artigiani italiani".